Economia

Giovanni De Pierro su Lettera di addebito disciplinare e contestazione

Durante il proprio percorso lavorativo può accadere di ricevere una lettera di contestazione disciplinare dalla propria azienda o datore di lavoro. Molte persone non sono a conoscenza di cosa sia questo documento e di come contestare e comportarsi quando si riceve il richiamo. La lettera di contestazione disciplinare si può ricevere solo ed esclusivamente dall’azienda con cui si è stipulato un contratto di lavoro, e non è altro che l’avvio di un procedimento disciplinare, ovvero un’indagine su eventuali e possibili comportamenti illeciti eseguiti dal lavoratore durante le proprie mansioni. Una volta che si firma un contratto infatti si accetta anche il regolamento aziendale e tutte le varie leggi in vigore. L’arrivo della lettera di contestazione è obbligatorio nel caso il datore di lavoro voglia applicare delle sanzioni, quindi nel momento in cui il documento viene recapitato al lavoratore, l’azienda ha già  raccolto tutte le prove necessarie per andare contro il proprio dipendente.

L’invio di tale documento, ci ricorda il team di Giovanni De Pierro, deve essere fatto tempestivamente: la commissione deve essere già  al corrente del fatto che si contesta e ovviamente alla piena presa di conoscenza da parte del datore di lavoro. La lettera di contestazione disciplinare deve essere realizzata in forma scritta e inviata al lavoratore presso una raccomandata A/R o consegnata a mano e controfirmata per la presa visione, insieme a tutte le informazioni necessarie del fatto contestato, in modo che il dipendente possa difendersi. Il datore di lavoro, inoltre, potrebbe anche inserire vari comportamenti precedenti che possano in qualche modo peggiorare la situazione del lavoratore. Il dipendente, una volta ricevuta la lettera di richiamo, può entro 5 giorni presentare la sua difesa, sempre scritta, consegnata a mano o tramite raccomandata A/R, inoltre può anche richiedere di essere ascoltato oralmente. L’azienda, in caso di questa richiesta, non può in nessun modo utilizzare sanzioni senza prima aver sentito il soggetto interessato. Una volta che il lavoratore si è difeso, l’azienda può prendere decisioni in merito al dipendente tramite varie sanzioni previste dalla Legge:

– trasferimento in un’altra sede
– ammonizione scritta
– sospensione dal servizio e dello stipendio per un massimo di 10 giorni
– multa con una trattenuta in busta paga equivalente a 4 ore di retribuzione

Il lavoratore può contestare la lettera disciplinare chiedendo la costituzione di un collegio di conciliazione per revocare o convertire il provvedimento. La richiesta deve essere effettuata tramite l’Ispettorato territoriale del lavoro o un sindacato. Una volta effettuata la domanda, il lavoratore nominerà  un membro del collegio, uno verrà  indicato dal datore di lavoro ed un altro sarà  scelto dal direttore dell’ufficio. In caso di mancanza di nomina di un rappresentate da parte del datore di lavoro in 10 giorni, la sanzione decade automaticamente. Puoi leggere altri approfondimenti inerenti il mondo delle consulenze del lavoro sul blog di Giovanni De Pierro Roma.